Dopo parecchio silenzio il Goblin neo-promosso prende nuovamente la parola rispondendo da prima a Laren :”A quanto pare vedo la gente morta” - dice con un tocco di ironia - “a parte le cazzate, quando eravamo nel Reame ho sentio, se così si può dire, più viva che mai, la firma onirica - un tamburello - di una nostra vecchia compagna di viaggio. Ho cercato di seguirne il suono, se non mi avessero fermato mi sarei perso al interno di quella complicata trama”. Il pelleverde fa un sorriso per ringraziare i presenti che lo hanno aiutato. “Inoltre” - continua - “sono d’ accordo con te quando dici che dovremmo essere giudicati per quello che abbiamo fatto e io mi sento estremamente colpevole, ero presente... Quando verrà il giorno, quando un consiglio teocratico o un portatore del Vessilo vorrà sentenziare le nostre colpe io sarò il primo a prendermele e il primo a fare ammenda - dovesse anche essere la morte la mia condanna. Fino ad allora però siamo la Sacra Compagnia, siamo un organo teocratico - soprattutto a seguito delle ultime nomine - e per tanto siamo tenuti a prendere decisioni e compiere azioni.” La voce del Goblin non nasconde il dolore che ancora si porta dentro. “Per quanto riguarda invece quello che è successo al interno della camera, il mio Fratello Azlogh è stato abbastanza eloquente, non possiamo farne parola poiché è un segreto dei Cacciatori. Ma voglio dirvi di più, per tranquillizzarvi tutti e per farvi capire che noi dell’ Ordine non siamo contro di voi, le conseguenze di quanto successo in quella stanza sono note ai più della Sacra Compagnia e vi assicuro che già questo per noi Cacciatori è un bel rischio.” Fa un attimo una pausa per assicurarsi che tutti abbiano capito. "Voglio inoltre, per quanto possibile, fugare i vostri dubbi sul nostro Gran Maestro - ovviamente intendo Ser Letarey il Giusto. Se avete delle domande fatemele pure, mi riterrò responsabile per le mie risposte e quelle dei miei compagni"
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