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 Oggetto del messaggio: Re: 5 giorni ad aprlile
MessaggioInviato: 17/05/2012, 10:45 
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Giovane avventuriero
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Ma che vòi? Te c'eri.. :P
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 Oggetto del messaggio: Re: 5 giorni ad aprlile
MessaggioInviato: 17/05/2012, 12:02 
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Giovane avventuriero
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Comunque.. highlights:

Prima notte, "la tregua degli Elfi"
Fitte negoziazioni senz’armi alla luce della luna con elfi guardiani in silenziosa ronda per tutto il campo, accordi conclusi con successo fra tutti per chiudere subito la guerra (che era già al termine), con scena top il principe di Castelbruma che, poiché i suoi hanno scelto di piegarsi ai Valniani per non perdere un territorio, si ubriaca per mandare giù il rospo e giura fedeltà da brillo

Primo giorno
Si dà concretezza ai negoziati, finalizzando un lungo elenco di accordi e concessioni (un papiro di un metro e cinquanta!! :D); intanto, emerge la politica interna a Neenuvar, il principato ospitante, per cui, in vista dell’elezione del nuovo primo consigliere del Re degli Elfi, tre fazioni in lotta si mettono a corteggiare gli altri principati per portare acqua al proprio mulino: i tradizionalisti druidi pitti del Clan della Selva, gli orgogliosi nobili mezzelfi capeggiati dalla famiglia Elensil, gli eccentrici pitti zingari del Clan della Via; negoziati, favori e sgarri si alternano nella giornata, mentre fervono i preparativi per le cerimonie di incoronazione del nuovo Re delle Terre, Edoardo dei Castamanti di Valleterna, e dell’elfo Galdor, che ha ottenuto da Edoardo di diventare Re in casa propria, fraterno alleato.
Nel pomeriggio fa una fine barbina il ricercato Gustavo Portarovo, ex primo cavaliere del regno e condannato a morte per aver infranto la tregua sottoscritta dal suo principe e aver consegnato un vescovo a un vampiro perché lo mutilasse per barbari esperimenti, in cambio di aiuto nella guerra; aveva cercato si scamparla unendosi al Clan dell’Orso (=i guardiani della notte di GoT) ma il Re non lo ha amnistiato per questo e si sono messi a braccarlo; dopo essere sfuggito a plurimi armati, ferito e stremato, ha incontrato una nobildonna in vestaglia che, spaventata, gli ha dato frettolosamente un colpetto in testa con un coltellino e l’ha finito; stranamente non c’è stato modo di trovare uno straccio di cerusico per ben sei minuti e alla fine la squadraccia è tornata al campo con il cadavere.
La sera, con l’accompagnamento di una tradizionale tenzone culinaria che ha visto una sfida di cucina regionale tra i principati, si svolge l’incoronazione del Re con le cerimonie di giuramento e omaggio, oltre alla lettura del papiro. In sostanza il re ha faticosamente trovato accordo per mantenere l’integrità territoriale di tutti, in modo da non vessare i vinti, compensando i vincitori con addestramento in abilità rare, doni e tributi; qualche città ha cambiato signore (ma non nazione) e una paio di plebei son diventati cavalieri. I casini sono venuti all’incoronazione dell’elfo, a mezzanotte nel fitto del bosco: quando si è messo da solo la corona in testa s’è udito un fragore e c’è stato un terremoto, in un attimo eravamo circondati di non morti (spettri e scheletri) che urlavano “Mai più un elfo siederà sul trono”. Pare fossero gli spiriti degli uomini del Mare invasori di più di mille anni prima, che, pur vincitori non riuscirono a sfondare l’ultima sacca di resistenza degli elfi (neenuvar appunto) e li stramaledirono.

Secondo giorno
Si tiene un concilio degli elfi per indagare il problema e pare che la maledizione non fosse del tutto ignota, e che Galdor, cocciutamente, se ne sia fregato; in ogni caso non trapela esattamente che cosa è successo e perché, si sa solo che gli spiriti degli antichi invasori *E* la terra stessa sono incacchiati neri e saremmo stati perseguitati da non morti come da driadi e uomini bestia (i mob del giorno); si decide di ricorrere all’antica, dimenticata magia degli elfi (non si usava da secoli e forse sarebbe stata l’ultima volta in cui sarebbe stato possibile) onde placare le maledizioni e per far questo occorreva che i mortali recuperassero speciali sostanze nei boschi, che dessero energia al rituale.
I druidi della Selva risolvono di tenere un segreto e oscuro rituale, facendosi scortare dai principati di cui avevano acquisito i favori; le altre due fazioni, sfavate, si uniscono e chiamano a raccolta i loro amici per andare a dare fastidio; si arriva allo scontro, in cui la fazione dei della Selva ha la meglio, forte dell’aiuto di un fortissimo veterano dell’Orso e di un enorme satiro. Il rito si terrà, agli antagonisti verrà concesso di assistere in silenzio. Ecco di che si trattava: viene evocato, di fronte a un laghetto, lo spirito dell’ultima regina degli elfi, prodigio segreto conosciuto solo ai druidi e che si poteva verificare una volta ogni trecento anni. Lo spirito dell’elfa emerge (fisicamente) dalle acque e concede ai druidi il dono che occorre: alla terza ora del giorno dopo la terra si schiuderà e darà dei frutti che brilleranno della luce della primavera, e consentiranno di rievocare l’antica magia.
Al campo si tiene una riunione degli artigiani per fare il punto sulla disfida d’eccellenza bandita dall’erudito Bramante da Vesta, che intendeva patrocinare una gara alla produzione del più brillante oggetto artigiano della storia, da presentare in occasione delle celebrazioni per la conclusione dell’anno giubilare in dicembre.
Poco dopo, Bramante viene rapito da misteriosi briganti: viene chiesto un riscatto e si rivela inutile preparare un’imboscata all’appuntamento.. solo un negoziatore è presente ed emerge che la mano dietro l’atto è una fazione pauperista e dissidente dell’ecclesia, che vuole boicottare gli aspetti sfarzosi del giubileo. Si registrano le loro richieste e ci si ritira per decidere il da farsi.
La sera mentre tante trame si intrecciano e proseguono, c’è il tempo per ancora un po’ di festa, con l’aperitivo dei Venali e la grande grigliata delle corti. Un acquazzone epocale ammazza i giochi prima di mezzanotte.

Terzo giorno
Il benvenuto del mattino è che nella notte ladri hanno trafugato i doni dei vincitori, mal nascosti nelle intemperie, e si registrano indagini, tafferugli e scambi di accuse, che culminano in un duello a morte tra un vescovo valniano e il campione di un alfiere brinnico; il vescovo in realtà rifiuta di combattare un plebeo e si lascia abbattere, ma la morte viene commutata nel sequestro di una pretessa valniana.
Arriva poi una carovana di pellegrini, fa cui anche vari volti noti del passato, che richiede assistenza e di essere scortata fuori dalle lande pericolose, sicché come già era successo negli scorsi mesi dell’anno giubilare, un distaccamento è partito per una lunga marcia di accompagnamento.
Arriva notizia del rapimento della prima druida Niniel Muilemir, paladina dell’armonia e della pace, a opera dei briganti pitti (“sedicenti robin hood”) di Falce della Luna. Con gli armati rimasti si parte al salvataggio ma è un’imboscata dietro l’altra e alla fine si arriva che la poveretta è morta, il cadavere marchiato e seviziato. Grande è lo sgomento e complesse saranno le conseguenze (ora forse partirà il braccio di ferro anche per la successione allo scranno di arcidruido).
Un po’ di gente va in giro a caccia dei doni della dama del lago e alla fine tre vengono rinvenuti e consegnati agli elfi. Si tiene il rituale con l’aiuto di mortali co-officianti, che però, travolti dall’energia della magia vacillano e disperdono l’acqua sacra che doveva potenziarlo, sicché fa parzialmente cilecca e placa la terra ma non gli spiriti, che invadono subito il campo in un’ultima battaglia senza quartiere.
Si raccolgono i cocci e si tirano le somme. La pace è sottoscritta, con qualcuno più soddisfatto, qualcuno un po’ incacchiato; i “perdenti” seppur poco penalizzati già frignano per le sanzioni pecuniarie e minacciano di dare fastidio nei prossimi mesi. Il regno è di fatto diviso in due, con il regno indipendente di Galdor (che ha spuntato in negoziato anche un principato vassallo) e questo potrebbe dare problemi. S’è scoperta ‘sta maledizione che con mille fatiche è stata placata solo in parte, e andrà gestita, inoltre la poltrona del re elfo non sembra tranquilla anche per queste lotte intestine ai suoi sudditi. Con le varie rapine c’è gente con le tasche piene e altri che non hanno più un ghello. Tempi turbolenti, come al solito, per le Terre Spezzate.
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