Arenthar

«Se volete vincere questa guerra sul serio, è tutto o niente, tizio. Non ...» risponde Laren alla prima obiezione. Sembra voler continuare quando Arlok gli si avvicina. Laren fa qualche smorfia quando il goblin inizia la sua orazione e si smuove leggermente, come infastidito dall'eccessiva vicinanza quando il cacciatore gli sussurra all'orecchio. Lo guarda un po' confuso e sussurra a bassa voce «Allora è vero ...».
Poi, quando ARG(h) manda avanti Farah, rimane in ascolto, interessato e curioso, con un sorriso che forse vorrebbe essere rassicurante sul volto.

Farah fece un passo avanti accompagnata dalla mano del goblin. Prese il fiato e fece un grosso sospiro poi inizio a parlare guardando tutti <<Quando arrivammo alla Mano di Selley fummo intrappolati nel sogno della testa di Duvan. Una volta usciti qualcosa inizio a chiamare me e Lemarchand - unici due necromanti presenti - verso una stanza. Non avremmo risposto alla chiamata se non fosse stato che qualunque cosa ci fosse all'interno ci avrebbe mangiato l'anima piano piano. Cosa che aveva già iniziato a fare. Siamo quindi entrati all'interno. Qualcuno di coloro che abitavano la Mano più di 20 anni fa si era dilettato nella parte oscura della necromanzia. Alla guardia di quello che ci stava chiamando c'erano due non-morti. Una volta sconfitti e scoperto cosa aveva fatto questo necromante abbiamo iniziato a studiare un modo per uccidere la creatura che doveva ancora "nascere". Il tempo ha iniziato a mancare di nuovo. La creatura ci imponeva di agire alla svelta, in un modo o in un altro dovevamo risolvere la faccenda. Abbiamo iniziato ad attaccare la creatura con vari elementi ma questo l'ha solo rafforzata e la creatura ha stretto un legame profondo con me e Lemarchand. Legame che impone di farla "nascere" entro due anni o ci avrebbe ucciso. Questa creatura si chiama Oplita. Nata da una mente malata che per arrivare a quello che ha fatto alla Mano di Selley ha dovuto uccidere e torturare molte persone. Questo non-morto è il soldato perfetto. Resistente a molti fonti di danno, capace di usare ogni tipo di arma o armatura con disinvoltura. Nemmeno una manciata di punti deboli. Forte forse quanto una Mortombra se non di più. Obbediente a gli ordini di chi lo crea ma non ciecamente. È semisenziente con un ottimo istinto di autoconservazione. Dargli quindi l'ordine di morire bruciato su un rogo non funzionerebbe.>> Fece un altro sospiro <<Per finirlo è necessario un cuore di fatato, una tossina molto potente e un pugnale d'oro. Il pugnale lo abbiamo. Manca il resto. Mai andremo a uccidere a sangue freddo un fatato per prendere il cuore. Comunque... I due anni stanno per scadere. Abbiamo pochi mesi rimasti. Il mio timore è uno: temo che la creatura, prendendo le nostre vite, possa crearsi da sola. Una sorta di clausola di "salvezza". A quel punto non avrebbe nessuno al quale obbedire e temo potrebbe aggiungere un altro temibile nemico alla nostra lista. Se invece la creassimo sarebbe sotto il nostro controllo. Ultima possibilità: recidere il legame senza uccidere me e Lemarchand e poi trovare un modo per uccidere la creatura o quantomeno evitare che chiami altri necromanti con meno scrupoli di noi a finire il lavoro.>> Si guardò intorno <<Domande? Badate bene che non tollero cose come "ma non potevate morire alla Mano di Selley?" perché nessuno di voi era al nostro posto e soprattutto io non permetterò mai che qualcun altro nella mia vita possa morire a causa della creazione di un non-morto. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete. Se farci delle domande vi potrebbe portare ad averne una o più benvenga.>> Fece un passo indietro in attesa di risposta.

"Hiss!!"
Shaffer risponde subito alla domanda: "La mia risposta è la stessa di due anni fa. Faremo nascere il non morto e poi gli troveremo uno scopo o lo distruggeremo. Troppe vite è già costato e non ne sprecheremo altri"
"A volte è necessario combattere il fuoco con il fuoco"

Azlogh era rimasto in disparte ad ascoltare i nuovi "compagni" di avventure. Alcuni parlavano a sproposito per i suoi gusti, altri erano più pacati nei modi...i suoi pensieri andarono a Sir Letarey, quando gli spiegò delle gesta della Sacra Compagnia, la sconfitta della Strega al Sacro Concistorio, la difesa della barriera al Passo del Cervo Rosso...che siano stati proprio questi che ora battibeccano come ragazzini a far tutto questo?
Di sicuro, si trattava di validi compagni ma, forse, gli manca ancora qualcosa...di sicuro Azlogh sarebbe stato più attento a come comportarsi con tutti loro.
Poi si ricordò di un nome su cui Letarey fece affidamento nominandolo Capitano...non lo aveva mai conosciuto, ma il Goblin si chiese che tipo era questo Malys...stava per chiedere qualcosa quando Farah cominciò a parlare, ascoltò ogni parola della Necromante ed infine chiese alla Sacerdotessa di Faharak con calma "...quindi si potrebbe ricollegare l'inizio di questo abominio non morto ad ormai 20 anni fa, avete qualche informazione in più a riguardo di questo Videntium che ha cominciato tutta questa storia oscena?...ma soprattutto Farah...(segue MP)"

<<Sappiamo che era un Guerriero Sacro di Zunay. Mi pare fosse stato scoperto e di conseguenza punito... Credo con la morte. Il problema è che sembra lui stesse studiando un modo per ricreare questo essere. Qualcuno lo aveva già fatto in passato.>> Finito questo seguì il goblin.

La mente di Bor si riempie di domande, che subito elenca a Farah: " ma che luogo è la Mano di Selley? Chi è il necromante che per primo ha creato l'oplita? Damascus forse? Cosa sappiamo sulla fedeltà della creatura al suo creatore? " in attesa delle varie risposte risponde a Nimue: " se c'è un modo per abbattere le mortombre io sia come combattente che come divinatore voglio essere d'aiuto, inoltre sono molto attirato dal rituale per incantare le armi proposto da ARG "

Richiamato dal frastuono della discussione Davon si avvicina al gruppo.
"La Mano di Selley era l'ultima roccaforte non invasa dagli incubi nelle Terre dell'Ovest."
Il suo viso si fa cupo di colpo.
"Dico era poiché l'abbiamo persa dopo gli spiacevoli avvenimenti di Duvanthar."
Si perde qualche istante a ricordare quanto è successo.
Dopo un po' sospira sconsolato e riprende, tentando di rallegrarsi un po'.
"È bello vedere tanti nuovi compagni così entusiasti! So che solitamente una frase del genere la dicono gli adulti ai giovani e non il contrario; ma per quanto strana mi sembra ugualmente una frase adatta, in questa situazione. Piacere, Davon Stobborn."
Allunga la mano al pirata mentre si presenta.

Il pirata si presenta stringendo in maniera decisa la mano del compagno: " io sono Bor, combattente, curatore, veggente e spero compagno di bevute! Come mai ti ho conosciuto solo ora se mi pare di capire che tu faccia parte del gruppo da tanto tempo?

Non si aspettava che Farah raccontasse a tutti dell'Oplita. Dopo aver provato a misurare le reazioni dei presenti, interviene dicendo, a bassa voce e con un tono un po' triste: "Io continuo a non volere che tu e Lemarchand perdiate la vita per qualcosa che non è dipeso da voi".
Aggiunge, un po' più forte: "Noctis potrebbe darvi qualche consiglio, se le sue intenzioni nei confronti della Sacra Compagnia sono benevole. Vale sicuramente la pena provare".
Sorride a Bor: "Non ne dubitavo, compagno".
Stringe una spalla a Davon in segno di saluto.

«Quindi... Questo era il segreto che il goblin col cappello teneva per onorare la memoria di Unthor? E questa cosa qua del coso, dell'Oplita era in segreto perché ...» dice Laren invitando Farah a continuare.