«Benvenuti a bordo della Nebula» esordì l'uomo che si era presentato come il capitano William Bonnet. La Sacra Compagnia e l'equipaggio della Speranza, sopravvissuto interamente all'affondamento della loro nave, era stato imbarcato il giorno prima, quando le grigie vele del vascello erano apparse nella baia. Molti sulla spiaggia si erano preparati al peggio, prima che dalla Nebula arrivassero grida come "Ramo Rosso", "Lumex" o "Offrite i vostri cuori", voci unite infine da una sola invocazione, ripetuta più e più volte: "Sacra Compagnia". L'avere di nuovo un mezzo per tornare a casa, però, sembrava non aver placato i malumori e il sospetto, specialmente da parte dell'equipaggio della Speranza. Deperito come se avesse patito la fame mille anni, ma deciso come un prigioniero che riscopre la libertà, il capitano Bonnet aveva parlato con calma, mentre attorno a lui la ciurma continuava a svolgere le sue faccende. «Sono dispiaciuto per quanto è accaduto alla vostra Compagnia e al vostro equipaggio, Capitano. Il nostro Quartiermastro, la signorina Merrow, » disse indicando la donna mora accanto a lui «mi ha spiegato cosa è avvenuto e non posso che porvi le scuse al nome della ciurma per il vile comportamento del signor Hornigold. Siamo tutti stati vittime delle sue macchinazioni e del modo con cui ha cercato di ingannare i suoi stessi compagni. Come vi è stato credo già anticipato dai vostri amici, vi garantisco un passaggio sicuro verso il continente e il nostro aiuto futuro nel caso ne aveste nuovamente bisogno. Noi tutti e io in particolare abbiamo un debito enorme verso la vostra Compagnia per averci liberato del legame con quell'essere ... ». La voce gli si tronca in gola e sul suo viso si dipinge un sentimento di puro terrore, che si attenua solo quando i suoi occhi si posano sulla signorina Merrow. Dopo qualche istante riprende a parlare, rivolgendosi per primo al capitano della Speranza «Non posso ridarvi la vostra nave, signore, ma vi offro la maggior parte del bottino che non ci è stato sottratto come compensazione: se userete quel denaro per farvi una vita lontano dal mare o per costruire una nuova nave, quello lo deciderete voi. Conosco qualche carpentiere di abile mano nei porti di Waddlar che possono farvi un buon prezzo». Mormorii di prudente soddisfazione si erano alzati dagli uomini della Speranza, ma nessun commento ad alta voce. In fondo fidarsi di un pirata è sempre un po' un azzardo, come avere un goblin a bordo. Bonnet si era rivolto di nuovo alla Compagnia. «Avete libero accesso alla nave e potete parlare altrettanto liberamente fra voi e con chiunque dei membri del mio equipaggio. Vi chiedo solo di rispettare le leggi del mare e risolvere eventuali diatribe quando sarete sbarcati o rivolgervi a me o al Quartiermastro se una di queste riguarda la ciurma. Vi ringrazio ancora. E ora un bicchiere di rum per tutti prima di partire. Al capitano due magari!».
È passato qualche giorno e la Nebula ora si trova in viaggio verso il continente. Molti hanno già parlato di quanto avvenuto sull'isola con alcuni compagni, ma la maggior parte è stata impegnata a dare una mano a condurre il vascello, assieme ai marinai della Speranza: la ciurma di Bonnet si è ridotta nel tempo e alcuni di loro si stanno ancora riabituando a muoversi senza il potenziamento che il patto con la misteriosa entità dell'isola concedeva loro. Molti si trovano sul ponte, a portata di voce e d'orecchio: la Nebula è a malapena sufficiente per contenere il suo attuale numero di passeggeri, cosa che non concede molta discrezione, ma la ciurma sembra non avere più nulla da nascondere. L'unico mistero che sembra rimasto insoluto è la sorte del giovane aiuto-cuoco Harry Lime, scomparso poco dopo il ritorno dei pirati sull'isola, forse morto, forse scappato assieme a un particolare manufatto che faceva gola a molti. Il Sole splende alto e una brezza muove la nave, dando all'equipaggio un momento di tranquillità per portare avanti mansioni più leggere o intrattenersi in allegra conversazione.
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