Nella Teocrazia, nessuno aveva mai compreso l’orrore e la paura che i popoli dell’ovest provarono il giorno della Calata, così come molti di coloro che l’ovest lo abitavano, lontani dalla città di Duvanthar. Quel giorno, questo orrore colpì nuovamente l’ovest e nuovamente travolse la Mano di Selley. Quando il passaggio consentito dal Globo dei Quattro Elementi si aprì, tutti coloro che erano rimasti alla Mano credevano che ad uscirne sarebbero stati i membri della Sacra Compagnia e si accalcarono lì intorno, con il cuore in gola per gli esiti della spedizione. Non furono gli eroi ad uscire, ma Incubi, numerosi Incubi che iniziarono a sciamare ovunque, uccidendo chiunque capitasse loro a tiro. Molti di questi giunsero anche dalle foreste, attaccando l’avamposto. Di lì a poco, feriti e abbattuti, i membri della compagnia fecero ritorno dal passaggio, grazie a Mavara e all’anima di Liam, ma trovarono il caos e compresero che la battaglia non era finita. Mentre combatterono disperatamente, riuscirono a salvare alcune persone ed a riunirsi ad i soldati di guardia all’avamposto. Lord Pendar era colui che la Teocrazia aveva scelto, su raccomandazione di Ser Letarey, per coordinare le difese dell’avamposto, che stava diventando sempre più grande mano a mano che sempre più volontari decidevano di unirsi alla causa nelle settimane dopo la sua riconquista. Lord Pendar era riuscito a riunire più uomini che aveva potuto, sia soldati che civili, molti giunti con l’ultima nave arrivata dalla Teocrazia, e aveva evacuato i sopravvissuti tramite l’unica nave dell’avamposto. Purtroppo però, i membri della Sacra Compagnia avevano già visto una scena simile, nei ricordi della Testa di Duvan, quando la Mano di Selley cadde la prima volta. Quella volta i posti sulla nave non erano sufficienti per tutti, questa volta la nave era già salpata. Decisero così di fare ciò che andava fatto, rimanendo a combattere a fianco dei soldati di Lord Pendar, a malapena una decina rimasti, senza la minima intenzione di darla vinta a quelle maledette creature e al vile Damascus. Il Granduca che era stato anche visto aggirarsi per l’avamposto, prima di scomparire con in mano uno strano oggetto metallico. Mentre la battaglia infuriava, i membri della compagnia vedevano avvicinarsi la morte sempre di più. Stanchezza, disperazione, rassegnazione, piano piano iniziavano ad indebolirli più degli attacchi nemici. Gli incantesimi scarseggiavano, così come le pozioni, le frecce e la forza nelle braccia. Alla fine però, la speranza rifiorì nuovamente e la via di fuga apparve sotto forma di una nave che portava tale nome. Speranza era la nave che Ser Letarey aveva scelto per mandare rinforzi e risorse alla Mano di Selley prima della partenza della Compagnia per Duvanthar e forse l’aveva scelta proprio per quel nome. Con Speranza erano arrivati gli uomini di Ser Pendar, le risorse per il gruppo ed i volontari che avrebbero rimesso in piedi l’avamposto. Armaioli, mercanti e uomini di fede, tutti civili ma pronti a combattere nel nome della Teocrazia, molti dei quali morti valorosamente quel giorno, poco dopo il loro arrivo, a causa di quel maledetto Granduca. La nave, partita poco prima dell’attacco per far ritorno al Porto di Alek, aveva probabilmente visto che qualcosa alla Mano di Selley non andava. Vedendo fumi neri innalzarsi dall’avamposto, era tornata indietro per assicurarsi della situazione, incrociando l’altra nave di sopravvissuti. Purtroppo però, gli Incubi stavano per attaccare in gran numero e, forse, la nave non avrebbe fatto in tempo. Fu Lord Pendar a dare il tempo alla Sacra Compagnia di gettarsi in acqua e raggiungere Speranza, creando un ultimo muro di scudi grazie al coraggio dei suoi uomini.
“Andatevene! Voi siete stati scelti dal Gran Maestro, siete uomini di cui si fida per compiere gesta che a quelli come me, semplici soldati, non spetta di compiere! Io sono uno che crede nel destino e sono in debito con Ser Letarey...oggi mi si prospetta l’occasione di ripagarlo, non privatemi di questa opportunità e vivete!”
Essendo anche il più alto in grado fra gli uomini della Teocrazia, non c’era molto che i membri della Sacra Compagnia potessero fare per far cambiare idea al soldato. La ferma fierezza nel suo sguardo, nello sguardo dei suoi uomini, il pensiero del sacrificio di Bjorn, Quin e Berek ed il desiderio di vendicarli assieme a Malis ed Otot, convinsero gli eroi a gettarsi in acqua. Nuovamente, quel giorno, qualcuno diede coraggiosamente la vita per far sopravvivere la Sacra Compagnia. Nuovamente, quel giorno, la Sacra Compagnia dovette prendere una decisione difficile e lasciare indietro qualcuno. Raggiunta la nave, delle urla di coraggio e battaglia di Lord Pendar e dei suoi uomini non vi era più traccia, sul molo si aggiravano solo Incubi tra i cadaveri, mentre la Mano di Selley, oltre il promontorio, bruciava nuovamente….
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