«Rallentate. Le ipotesi che possiamo fare sono tante, così come lo sono le possibilità di andare fuori strada. Se iniziamo a dubitare di tutti, presto finiremo a farlo anche di noi stessi». Si rivolge a Na'Il. «Non so se riesco a fare un resoconto dettagliato, ma ci provo. Voi altri, correggetemi o aggiungete quello che manca. Quando siamo arrivati vicino alla costa, la nave su cui viaggiavamo si è danneggiata - come succede ogni volta che prediamo una nave, ma ovviamente continuiamo a prenderle, ovvio, ovvio - e siamo sbarcati grazie a un mago che l'ha tenuta insieme fino a portarci al punto di sbarco. Ci siamo avventurati verso lungo il sentiero ed è stato abbastanza semplice raggiungere la Mano di Selley, anche se ho pochi ricordi del nostro arrivo e dei primi momenti là dentro. A quanto ci hanno raccontato in seguito, abbiamo interagito con un oggetto di cui ti parlerò in seguito e siamo stati addormentati da esso». Fa una pausa per sciaquarsi la bocca. «Qui iniziano in realtà i miei primi ricordi. Io e gli altri membri del Popolo dell'Ovest stavamo avanzando verso la Mano di Selley accompagnati da un gruppo di Druidi, Mavara - che abbiamo scoperto essere la Prima Foglia di Duvanthar. Sì, aspetta un secondo, ci arrivo - un altro chiamato Sasso Fiorito e la sua consorte. Eravamo consapevoli di noi stessi, che io ero Malys eccetera eccetera, ma loro ci chiamavano con altri nomi. I druidi ci hanno accompagnato verso la Mano di Selley, in cui erano presenti i nostri compagni e alcuni uomini della Teocrazia, guidati da un vescovo di Selley, di nome Talavir che nessuno di noi aveva mai sentito nominare. E a ragione: nel darci il benvenuto il vescovo si è riferito al presente come l'anno 993 Dopo il dono dei Vessilli». Un'altra pausa breve. «No, non abbiamo viaggiato nel tempo, se è questo che pensi. Farah e Lemarchand hanno trovato molte Pietre dell'Anima in giro e hanno ipotizzato che le persone che si muovevano attorno a noi potessero essere i ricordi di alcuni spiriti bloccati in quel luogo da un evento traumatico che li aveva uccisi tutti. Un'ipotesi non del tutto sbagliata. In una delle stanze abbiamo trovato i frammenti di una creatura gigantesca che nessuno di noi Cacciatori aveva mai visto e in un'altra ... una testa parlante. Inizialmente entrambi non erano visibili da parte degli "spiriti" della magione, che continuavano a trattarci come se fossimo loro conoscenti e quando si arrivava al punto di convincerli di non essere quelle persone tutti loro si bloccavano, gridando "Errore, errore, errore"». «La chiave di tutto era la Testa. Ha detto - sì, quella cosa è senziente - di chiamarsi DUVAN e di essere colui che ha insegnato tutto ai Popoli dell'Ovest. Abbiamo passato molto a cercare di capire cosa c'entrasse, perché fosse visibile solo a noi e se ci trovassimo davvero nel passato, specialmente dopo che abbiamo iniziato a trovare documenti datati successivamente, assieme ad un messaggio per Liam da parte di un misterioso "Ser Montgomery". Parlando con lui, mi ha raccontato che Montgomery era il suo migliore amico e che anche lui era nella spedizione in cui aveva perso Soraya. Abbiamo pensato subito ad un altro "gioco" del Modellatore, ma non siamo riusciti a capirlo o almeno io non ne ho la certezza». «Mentre cercavamo di capirci qualcosa, quasi per caso abbiamo scoperto che risolvendo alcune questioni in sospeso degli spiriti saltavamo in "avanti nel tempo". Fra un salto e un'altro riuscivamo a sentire delle voci, rimaste per molto tempo sconosciute. La prima questione era redimere l'onore di un guerriero, la seconda salvare un'innocente da una condanna ingiusta, una terza permettere un matrimonio ... nonostante fosse chiaro che ci trovassimo immersi nei ricordi che credevamo appartenere agli spiriti stessi, venivamo feriti, danneggiati e abbiamo rischiato più volte di morire. Spesso ha avuto l'impressione di avvertire un'aura oscura, che riuscivo a percepire nel modo in cui il vento soffiava attraverso gli alberi: non so se fosse qualcosa proveniente da fuori o se i ricordi avessero conservato anche quello. Forse era solo una mia impressione». «In una delle stanze un pazzo di nome Gregor stava portando avanti degli esperimenti orribili. Ha rapito Nevia, le ha preso del sangue e danneggiato l'anima e come lei lo ha fatto con altri, per portare avanti degli studi eretici che solo più avanti abbiamo scoperto. Non posso fare a meno di chiedermi se non fosse qualcosa che venisse portata avanti con la complicità della Teocrazia, come quelli che abbiamo scoperto sull'Isola Prigione. A proposito di esperimenti, abbiamo trovato alcuni documenti riguardo a quella creatura che ti ho nominato all'inizio, un Golem, in cui suoi creatori spiegavano di averlo realizzato unendo la magia del continente con quella dei druidi, allo scopo di renderlo un mezzo per rendere fertile il terreno, senza sconvolgere l'equilibrio della natura; un anno dopo la sua creazione, i loro diari riportavano la richiesta della Teocrazia di renderlo un'arma. Al nostro secondo balzo, li abbiamo incontrati, Ser Miron e Lady Syra, che hanno insegnato ai nostri maghi a lanciare incantesimi combinati e a passare il proprio mana a un altro mago, cosa che si è rivelata molto utile». Si ferma di nuovo e beve un altro sorso, per raccogliere le idee. «Il nuovo balzo ci ha portato di fronte al principio, di fronte al Vescovo Talavir e la druida Madara in compagnia di un uomo con il medaglione della Maschera e con indosso la maschera dell'attuale Granduca, Marcus mi pare, il "principe" Damascus di Mokhena e un sacerdote di Akban di nome Cornastur. Ne ha in parte già parlato Farah. Poi è arrivata la sera e i maghi hanno pensato che per fare il "salto" dovessero completare il Golem e hanno creato il suo "cuore", ma dopo averlo fatto sono stati attaccati da alcuni Combattenti Totemici che sembravano impazziti. Poi, mentre ci chiedevamo ancora il perché dell'attacco al bosco sono emersi alcuni druidi in fuga, fra cui Mavara che portava con sé Duvan, la nostra testa, ora visibile a tutti». Lancia uno sguardo agli altri membri del Popolo dentro la stanza e poi continua. «Mavara ci ha raccontato della caduta di Duvanthar, di come nemici sconosciuti fossero emersi dall'interno della città e avessero massacrato il popolo della città, facendo rialzare anche i morti, come quelli che avevano attaccato noi poco prima. Talavir ha detto di aver già evacuato i civili e che noi saremmo rimasti lì per un mese, prima di ricevere aiuto. Un aiuto che non è mai arrivato o che non li ha mai ritrovati. Mavara ci ha chiesto di resistere mentre lei preparava qualcosa che avrebbe permesso di contenere il male che si stava espandendo da Duvanthar, prima che inghiottisse tutto il mondo, anche se il suo braccio destro Ascar non era d'accordo. Un Sigillo». Versa di nuovo da bere nel bicchiere. «A quel punto ci siamo risvegliati, di nuovo nel 1019, confusi e stanchi, ma vivi. Lì ad accoglierci abbiamo trovato i veri Sasso Fiorito, sua moglie e Ascar, invecchiati di trent'anni e ci hanno spiegato che era stato Duvan a farci rivivere i ricordi della Mano di Selley e dei suoi abitanti. Ci hanno raccontato di come Mavara abbia usato le loro vite, quelle di quattro potenti druidi e la sua per cercare di bloccare una sorta di miasma responsabile della corruzione delle Terre dell'Ovest, proveniente da un presunto squarcio all'interno di Duvanthar. Secondo Sasso Fiorito, quel Sigillo impedisce agli Incubi di dilagare nel mondo e allo stesso tempo blocca a chiunque l'accesso alla città. Beh, bloccava». Si, ferma di nuovo, pensando evidentemente a Liam. «Ascar, però, non è mai stato d'accordo con quello che voleva fare Mavara, ha preso da parte alcuni di noi e ci ha consegnato degli appunti in cui si spiegava come rimuovere il Sigillo stesso. La decisione non è stata facile e all'inizio ci ha divisi. E mentre ancora discutevamo su cosa fare, abbiamo scoperto l'esistenza di una stanza al cui interno si trovava un laboratorio con esperimenti raccapriccianti, volti a creare, attraverso parti di cadaveri, delle "armi" chiamate da parte di un necromante - di cui non ricordo il nome al momento - "Opliti" e una creatura che definiva come "il soldato perfetto". A continuarli, dopo la scomparsa di questo eretico, è stato quel Gregor e forse anche qualcun'altro dopo di lui. L'anima del "soldato perfetto" in qualche modo sembrava attirare i Necromanti, ma Farah e Lemarchand se ne sono occupati e hanno fatto in modo che non attirasse più nessuno, altrimenti avremmo corso il rischio di trovarcelo contro dopo che un Necromante senza scrupoli o un uomo assetato di conoscenza lo completasse». Guarda Farah e le sorride. «So che non è stato facile per te e Lemarchand occuparvene e vi sono grato per aver messo le vostre vite a rischio per la Compagnia. Sono certo che tutti noi ripagheremo il favore quando capiterà l'occasione». Torna poi a rivolgersi a tutti. «Non abbiamo fatto in tempo a risolvere la questione, che abbiamo sentito delle grida provenienti da fuori. A noi ci si è presentato Otrot, l'Incubo dalla faccia torta, che aveva fatto prigioniera Voce del Vento, che avevamo lasciato alla nave in riparazione. Forse ha provato a raggiungerci in seguito ed è stata catturata. Otrot si è offerto di consegnarcela se in cambio gli avessimo consegnato Speranza, la Strega Bianca - sì, una Strega Bianca, ma non una delle Ancelle della Profetessa, sembrerebbe - che ci ha aiutato a fuggire dal Mondo Onirico durante il Concistorio. Otrot ha torturato Voce del Vento davanti a noi e ci ha dato tempo fino alla mattina per decidere». Lancia uno sguardo a Arlok. «Grazie agli spiriti - o, meglio, a Jack e a Ella - avevamo qualcosa che Otrot non si aspettava: poco prima i bardi aveva evocato lo spirito di un druido di nome Jaralas che aveva provato a combattere contro lui, fallendo alla fine; nei suoi diari, però, c'era un modo per renderlo corporeo e vulnerabile». Anche se il tono ha un po' di amarezza, il suo sguardo si riempie per un attimo di fervore e orgoglio.«Abbiamo azzardato molto, ma è stata una battaglia memorabile. Nonostante il rituale non fosse completo quando Otrot si è presentato, Dorian è riuscito ad ingannarlo e tenerlo impegnato, mentre i maghi completavano il rituale. Poi, quando tutto è stato pronto, lui e altri maghi hanno sotratto all'Incubo la Firma Onirica di Voce del Vento, il suo tamburello, e abbiamo combattuto. Abbiamo affrontato i suoi sgherri, mentre Arlok e gli altri abbattevano quel figlio di puttana; infine, tutti insieme abbiamo abbattuto il Golem che ci aveva scatenato contro. Ora di lui non restano che due fiale da mandare alla Foresta della Luce». Nel narrare la lotta si è alzato in piedi e per qualche istante aveva anche sorriso, raccontando con orgoglio le gesta dei suoi compagni. Il suo sguardo si fa cupo prima di concludere. «Come Cacciatore abbiamo vinto. Come Compagnia ne siamo usciti sconfitti. Voce del Vento è morta: un incantesimo l'ha colpita durante la battaglia ed è morta senza che potessimo fare niente». Guarda ARG e appoggia una mano sulla sua spalla. «Sapevamo che c'erano poche possibilità di riuscire a vincere: una magra consolazione, lo so. Abbiamo tentato: un uomo o un goblin libero non può fare altro, Arlok. Il resto è nelle mani degli Dei e del Fato». Torna poi a rivolgersi agli altri, Shaffer e Na'Il in particolare. «Poi abbiamo spezzato il Sigillo, affrontando i quattro druidi che si erano uniti a Madava. Come ho detto molti all'inizio non erano d'accordo, ma sia Ella dopo aver toccato il vaso dove Jaralas aveva provato ad imprigionare Otrot - che le ha mostrato due possibili futuri; uno in cui noi non andavamo a Duvanthar e misteriosi nemici invadevano la Teocrazia e un altro in cui andavamo e molti di noi morivano - sia Hellenwise dopo aver usato le sue capacità da Divinatrice - attraverso un sogno ha visto gli Incubi superare i confini delle Terre dell'Ovest e ringraziarla, consegnandole una chiave nuova con scritto sopra Duvanthar - si sono convinti a rischiare. Hellenwiswe, dopo che avrò finito racconta a tutti ciò che hai visto ancora un volta». «Come dicevo, abbiamo evocato ciò che rimaneva degli spiriti dei druidi che si erano sacrificati per comporre il Sigillo e infine quello di Mavara. La Druida è apparsa e ci ha spiegato che aveva energia solo per aprirci un varco verso Duvanthar, ma non per tornare. Per alcuni era sufficiente: Mavara ha parlato dell'esistenza di alcune tavole che potrebbero permetterci di chiudere il varco da cui queste creature sembrano uscire; per uscire avremmo trovato un modo, come sempre». Si ferma e aggiunge a voce più bassa con un po' di amarezza, come se fosse un suo pensiero «Come lo dovevamo trovare per salvare Voce del Vento». Scuote il capo e riprende «Mavara ha, però, aggiunto che se un'anima delle nostre si fosse legata alla sua, avrebbe avuto abbastanza energia da tenere aperto un varco e permetterci di uscire. Inizialmente si è offerto Typhus e poi ... Liam». Una lunga pausa, stavolta. «Il resto lo sai. Anzi, no. Dopo che Madara è scomparsa, è apparso Kafaeras, assieme a una donna tatuata che non avevamo mai visto. E ha detto che ci aspettava all'interno della città». Prova a trattenersi ma gli parete un «Vaffanculo». Riempie ancora il bicchiere e beve un lungo sorso. «Questo è quanto, a grandi linee. Se metteremo le mani sull'uomo con la Maschera, Granduca o no, lo porteremo indietro con noi e pagherà per quello che ha fatto, ma non spetta a noi punirlo. Sarà la giustizia del Popolo dell'Ovest, di tutto il Popolo, a giudicarlo. Noi siamo i Giusti e agiremo come tali. Non importa se le persone più sante del nostro mondo hanno ceduto al male: anche la Profetessa cadde e a redimerla sono stati i Giusti. Noi dobbiamo essere come coloro che abbiamo visto in quei ricordi, persone che hanno speso le loro vite per completare l'opera della Profetessa e portare pace fra l'Ovest e Arenthar. La Sacra Compagnia è quello che al momento si avvicina più a quel sogno. I nostri nemici ci hanno messo insieme, ben prima che Letarey ci unisse e la Teocrazia ci desse un nome altisonante. I nostri nemici ci hanno forgiato e per questo li benedico. Perché noi siamo la fiamma che li consumerà, Streghe, Incubi o Golem che siano». Pronuncia l'ultimo discorso in maniera energica, quasi urlando e gettando fuori quello che ha dentro. L'ultimo sguardo lo manda a Arlok e Na'Il. «La fiamma che porta speranza e il calcio nei coglioni del Male. Più o meno era così, vero?».
|