Qualche tempo dopo il termine dal CCLIV° Sacro Concistorio, all'interno di una taverna in ristrutturazione, lungo la via verso Volo del Falco.
*Il Sole ha appena iniziato la sua lenta discesa verso l'orizzonte. I suoi raggi delineano il profilo di una fortezza in rovina sulle colline, parzialmente nascosta dagli alberi, scendendo poi verso il basso, lungo la strada che unisce l'Est e l'Ovest. Una brezza fredda smuove l'insegna con il cervo rosso appena ridipinto, facendone cigolare la catena e smuovendo leggermente la porta d'ingresso, dalla quale un piacevole calore sembra voler invitare i viandanti ad entrare. All'interno, però, al posto dei soliti avventori, vi sono uomini a lavoro. Alcuni volti sconosciuti, ma altri noti, che portano al fianco un piccolo gagliardetto bianco e il solito cervo rosso. Uno di loro batte l'ultimo chiodo con due, tre colpi precisi, scendono poi dalla panca sulla quale è montato e ammira i drappeggi che le donne della Compagnia hanno ordinato fossero sistemati. L'uomo conosciuto in quella parte di mondo come Malys posa il martello e guarda soddisfatto i lavori di restauro che procedono bene. Si avvicina al bancone, prende un boccale e lo riempe con il contenuto di una delle botti provenienti dalle cantine Meteris, gentile dono di una Contessa. Prende una sedia e si siede all'unico tavolo grande della sala.
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