«Cazzate» ribatte secco rivolto al goblin. «Parliamo dei Monstrum, la progenie corrotta del Primo Popolo. Devo ricordarvi come ebbe fine il tempo della Profetessa? Cosa le hanno fatto? Devo ricordarvi la nascita del nostro Ordine, le Colline della Redenzione e il Giorno della Gloria?!» esclama, rivolto prima a Berek poi al fatato. Fa una breve pausa, riportando il tono a un livello normale e riallacciandosi all'ultima parte del discorso. «Ho avuto modo di parlare da solo col Modellatore, quando mi ha condotto nella foresta. Ha detto di essere molto interessato ai nostri ridicoli sforzi per contrastarlo e di non capire perché invece non ci siamo semplicemente arresi, in modo che lui potesse mostrarci "la verità"». Si volta verso la divinatrice. «Ha anche confermato quello che ha detto Nevia, rivendicando il suo lavoro con un certo irritante orgoglio: ha plasmato gli Abomini distorcendo gli animali, le Torturatrici corrompendo le Driadi e quella sorta di spettri ... forse con spiriti dei morti che non ha sottratto ad Arenya.». Si interrompe, facendo una smorfia di rabbia. «Ha dimostrato di essere capace di manipolare sia il corpo che l'anima degli esseri umani, ma di non comprenderne appieno la natura. Ha dichiarato di nutrirsi di paura, ma non so se fosse davvero così o solo un modo di esprimere il suo sadismo. Certo è che non si accontenta di uccidere chi gli si oppone, ma di volerlo spezzare anche nello spirito. Ci ha tenuto a raccontarmi cosa ha fatto agli Atmora che lo affrontarono, anni fa». Si interrompe bruscamente, stringendo il pugno e fissando la piccola fiamma di una candela con aria furente. «Debolezza? La mia rabbia ti brucerà, bastardo» sussurra, perso nei suoi pensieri.
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