Non appena finisce di parlare, Calidia si sente di nuovo chiamare. "Nimùe." Si volta di scatto verso la direzione da cui proviene la voce, inconsciamente sicura di stare per incrociare lo sguardo serio di un bambino. Ed è proprio ciò che vede. Ha i capelli piuttosto lunghi e arruffati, che però non nascondono un tatuaggio identico al suo sulla guancia destra, e indossa una tunica un tempo chiara, dei pantaloni consunti e un gilet di pelle. Entrambe le sue mani sanguinano da due tagli freschi inferti sui palmi delle mani. Si rivolge a lei, guardandola intensamente e senza un briciolo di insicurezza: "Non temere, andrà tutto bene. E' come hai detto tu: abbiamo giurato su Atmora e mischiato il nostro sangue... siamo destinati a ritrovarci. Tu e Meliodas ci siete riusciti, ci riuscirai anche con me. Ti aspetto, Nimùe." Calidia lo osserva incredula. "Liam...?", mormora, mentre un largo sorriso le si disegna sul viso. Fa per allungare una mano verso di lui, quando un'altra voce risuona intorno a lei, bloccandola: "Non dirmi che gli credi." Accanto a Liam emerge una figura femminile vestita con abiti simili a quelli portati da Anthea, bianchi e rossi. Nonostante sia ancora giovane, uno spesso strato di trucco le copre il viso, come se volesse nascondere la sua vera pelle. I suoi occhi blu trasmettono un'incredibile tristezza. Prosegue: "Pensi ancora che quelli della nostra tribù si ricordino di te? Che vogliano che tu li ritrovi per riformare il branco? Sei grande ormai, Nimùe, è ora che tu cresca. Affronta la realtà, come ho fatto io!" Il sorriso di Calidia svanisce non appena la vede. La sua espressione è un misto di paura e disgusto. "Smettila di guardarmi così, sai benissimo che ho ragione", continua la donna. "La tribù non esiste più! Sadim non esiste più! Nonna Honora è una vecchia nostalgica che ti ha riempito la testa di sciocchezze." "Non è vero, Lunete!", ribatte Calidia. "Sono stata in Sadim, esiste eccome! Così come esistono i suoi abitanti e tu sei una di loro." Colei che ha chiamato Lunete scuote la testa, stringendosi in una sorta di abbraccio e guardando altrove. La rabbia stravolge i lineamenti di Calidia, ma dura solo un istante: le basta guardare Liam (o chiunque sia la cosa che ne ha preso le sembianze), che non le toglie di dosso gli occhi risoluti, per riprendere il controllo. "Mi dispiace, ma sei in errore: tu non hai affrontato la realtà, non hai fatto altro che fuggirle. Sei diventata un'apprendista di Selley per dare un senso al dolore che ti portavi dentro... E' l'unico modo che hai trovato per tornare ad essere felice. Mi ci è voluto un po' per capirlo e mi risulta ancora difficile accettarlo, ma... resti pur sempre mia sorella. Ed io non smetterò mai di volerti bene. Per questo...", si interrompe per guardare Liam e conclude, sorridendo di nuovo: "... ti prego, cerca di capire che la mia felicità si trova altrove. E non è mai stata così a portata di mano."
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